Il settore turistico in Ticino è scosso da segnali di crisi: da gennaio a giugno i pernottamenti sono stati meno di 1 milione (- 7.0%); gli enti turistici di Lugano e Locarno contestano Ticino Turismo, manca l’accordo per la necessaria riforma organizzativa. Le discussioni si concentrano per lo più su cause (la crisi economica, la forza del franco, ecc.) e responsabilità della crisi e sulla ripartizione del potere nella futura organizzazione.
Dal mio punto di vista c’è un grande assente: il turista con le sue esigenze e la sua sete di esperienze ed emozioni.
La “Strategia di crescita per la piazza turistica svizzera” (giugno 2010) ricorda che se “le motivazioni che spingono a viaggiare e andare in vacanza” sembrano essere le stesse rispetto a 30 anni fa, l’atteggiamento e le aspettative dei turisti sono cambiate.
“La vacanza deve essere in grado di proiettarci in un mondo autentico e alternativo, un mondo incontaminato dove l’ambiente è sano e la natura intatta. Molti desiderano trascorrere le proprie vacanze lontano dal turismo di massa, ma la domanda è notevole anche per le località vivaci con un’offerta alla moda. Nel caso delle vacanze, tra aspettative e decisione effettiva sussistono spesso notevoli differenze. In futuro acquisiranno importanza la responsabilità ambientale e uno stile di vita sostenibile (ad esempio il modello LOHAS «Lifestyle of Health and Sustainability»). In questo segmento in crescita un ruolo importante è affidato a valori quali esperienza, impegno, tranquillità, amicizia, sincerità, ricerca spirituale e responsabilità”
In altre parole, come ricorda Giancarlo Dall’Ara “Le vacanze del futuro saranno meno focalizzate sul cosiddetto hardware (piscina, sauna, palestra…) e più sul software, cioè l’attenzione sarà riservata alla sfera emotiva” (leggi qui).
Seguendo questo file rouge ho trovato molto interessante una presentazione di Silvia Badriotto (www.nuovi-turismi.com) sul “Turismo esperienziale” che può così essere riassunta.
“Il prodotto turistico diventa un’esperienza” [perché] le persone desiderano “evadere dalla routine di tutti i giorni” e trovare spazi e momenti nei quali mettere “al centro le passioni, gli interessi, le vocazioni”.
Il pacchetto turistico diventa allora “un percorso ad hoc, spesso costruito da sé […] per scoprire mete nuove in un “mix di natura, enogastonomia, arte, avventura, shopping, sport e curiosità di ogni tipo”.
Per questo, costruire pacchetti turistici significa “mettersi nei panni del turista” ascoltare e interpretare le sue esigenze e “chiedersi cos’è realmente rilevante per lui”.
L’esperienza emotiva sarà tanto più forte quanto saprà stimolare i cinque sensi:
- ascoltare la voce del territorio e il rumore del silenzio;
- assaporare le tradizioni dell’enogastronomia e dei prodotti locali;
- guardare ed osservare i paesaggi, la natura, le opere d’arte, i monumenti e ricordarli nel cuore;
- respirare ed annusare i profumi che ti circondano;
- toccare e vivere il territorio.
Ogni senso raccoglie un ricordo, un’esperienza che si porta a casa per condividerla e, forse, diventa un momento di nostalgia che spinge a ritornare anche perché “Un viaggio non è cercare nuove terre ma avere nuovi occhi” (Michael Proust).
Lugano, Locarno, Ascona, il Cantone Ticino (compresa la Regione dei laghi insubrici e il massiccio del San Gottardo) hanno molto da offrire alle persone che cercano esperienze ed emozioni.
È però il momento di cambiare le domande di fondo.
Non più “chi comanda e chi gestisce i solfi del turismo?” ma in primo luogo e soprattutto “cosa cerca il turista? come possiamo fargli vivere un’esperienza della quale serberà un (positivo) ricordo che lo spinge a condividerla ed a provare il desiderio di tornare?”