Cibo, gusto e consapevolezza

Ho accolto l’invito di Slow Food Ticino ad una serata di «confronti», da Sandra e Cesare all’Hotel Defanti a Lavorgo.

Per ogni portata, sullo stesso piatto sono state proposte due versioni «una preparata con prodotti industriali, l’altra con prodotti nostrani, cucinati allo stesso modo» con l’invito a «scoprire la differenza» e «esprimere la propria preferenza».

È stata una piacevole esperienza.
Sandra si è presa l’impegno di cercare il meglio anche per i cibi industriali ma nulla ha potuto contro la sua capacità in cucina e la qualità dei prodotti nostrani: il confronto è stato impietoso e spesso, dopo un primo assaggio, una parte delle pietanze è rimasta sul piatto: dalla crema di pomodoro, alla polpetta di carne e, perfino, la bavarese alla fragola.

Insomma, quando il confronto è immediato è facile distinguere (e preferire) la qualità dei prodotti nostrani, che crescono sul nostro territorio in un raggio ridotto. Esperienze come questa aiutano però ad affinare il gusto e ad acquisire la consapevolezza necessaria per non farsi ingannare dall’industria che ricerca la dose ideale di dolce, sale, grassi e colori che condizionare il nostro palato (e i nostri acquisti).

La filosofia di Slow Food invita poi a non dimenticare che l’impegno a promuovere uno sviluppo sostenibile impone una particolare attenzione anche per le condizioni di lavoro di chi coltiva e prepara gli alimenti e per il modo in cui sono allevati gli animali.

Colazione da Tiffany, ma a Lugano

280px-Audrey_Hepburn_esmorza_al_Tiffany's.bmpTiffany è una catena di gioiellerie che, personalmente, conosco solo per il film Colazione da Tiffay (1961) associato alla bella Audrey Hepburn.

Da oggi, Colazione da Tiffany è qualcosa di più: è, come annuncia la pagina su Facebook, un progetto per trasferire le competenze digitali, imprenditoriali e creative durante workshops, corsi ed eventi, tenuti da esperti del settore digitale e imprenditoriale.
Insomma: i gioielli di oggi sono “occasioni preziose per trasferire competenze digitali ed imprenditoriali“.

Le promotrici promettono di affrontare argomenti attuali e di grande rilevanza. Oggi si comincia con un blogging day per scoprire il mondo dei blog e le potenzialità di wordpress.

Con un’avvertenza: “La scelta comunicativa è piuttosto femminile ed evidenzia il senso estetico ed il gusto del bello“.
Ma gli uomini sono benvenuti; ed io ci sono.

Il content non rende felici ma…

Content ManagementSono convinto che i contenuti sono un pilastro della comunicazione efficace.
In ogni campo: dalla pubblicità, al blog passando da brief, rapporti, messaggi e…

Per provare a migliorarmi seguo molte persone che si occupano di scrittura, di marketing e di contenuti (o content) grazie ai quali spesso trovo utili informazioni e spunti di formazione.

Oggi, grazie a Roberta Voglio – un contatto per il quale sono grato al (per me) mitico Alex Badalic – ho scoperto una interessante Piramide dei contenuti.

Me la annoto qui – per me il blog è anche un grande blocco per appunti – quale promemoria e con la speranza che possa essere di stimolo ed utile anche a qualcuno dei miei «venticinque lettori».

Fonte: Piramide dei contenuti

 

 

Creatività è divertimento

Il coraggio di immaginare alternative è la nostra più grande risorsa, capace di aggiungere colore e suspence a tutta la nostra vita.”
Daniel J. Boorstin

CreativitaIl coraggio di osare è anche quello di immaginare alternative a costo di passare per folli per alcune ore, mesi o anni.
Succede poi che la soluzione giudicata folle sia ripresa e realizzata da altri.

Creatività e luoghi comuni sono un ossimoro.
Eppure in molti casi, l’esito di un processo creativo è come un messaggio messo in una bottiglia lanciata nel mare. Senza rinunciare ad essere creativi, basta poi la pazienza di stare seduti in riva al fiume ad aspettare non il cadavere del nemico ma la barca (o la nave) della idea realizzata.

Questa esperienza mi ha convinto che in questa epoca di cambiamento, di incertezze, di ricerca di nuovi (o vecchi) punti di riferimento la creatività ed i processi creativi sono una risorsa, un bene da coltivare e diffondere.

Mi viene in aiuto Giovanni Lucarelli, al quale sono debitore delle citazioni di oggi, con le sue riflessioni sul braistorming: non solo come una “tempesta di cervelli” ma, soprattutto, “nell’accezione originaria di Osborn” per il quale brainstormig “significava usare il cervello (brain) per prendere d’assalto (to storm) un problema creativo”.

Vi invito a scoprire “Tutto quello che non avete mai osato chiedere sul brainstorming“: la prima e la seconda parte.
Buon creativo divertimento.