Ho accolto l’invito di Slow Food Ticino ad una serata di «confronti», da Sandra e Cesare all’Hotel Defanti a Lavorgo.
Per ogni portata, sullo stesso piatto sono state proposte due versioni «una preparata con prodotti industriali, l’altra con prodotti nostrani, cucinati allo stesso modo» con l’invito a «scoprire la differenza» e «esprimere la propria preferenza».
È stata una piacevole esperienza.
Sandra si è presa l’impegno di cercare il meglio anche per i cibi industriali ma nulla ha potuto contro la sua capacità in cucina e la qualità dei prodotti nostrani: il confronto è stato impietoso e spesso, dopo un primo assaggio, una parte delle pietanze è rimasta sul piatto: dalla crema di pomodoro, alla polpetta di carne e, perfino, la bavarese alla fragola.
Insomma, quando il confronto è immediato è facile distinguere (e preferire) la qualità dei prodotti nostrani, che crescono sul nostro territorio in un raggio ridotto. Esperienze come questa aiutano però ad affinare il gusto e ad acquisire la consapevolezza necessaria per non farsi ingannare dall’industria che ricerca la dose ideale di dolce, sale, grassi e colori che condizionare il nostro palato (e i nostri acquisti).
La filosofia di Slow Food invita poi a non dimenticare che l’impegno a promuovere uno sviluppo sostenibile impone una particolare attenzione anche per le condizioni di lavoro di chi coltiva e prepara gli alimenti e per il modo in cui sono allevati gli animali.