Sto vivendo un film a colori o uno in bianco e nero? E, se del caso, quali colori? Quelli vivaci e luminosi di un prato di montagna fiorito in una giornata di sole, oppure solo una o poche sfumature del Grigio-Gina descritto da Manuela Bonfanti?
Sono domande che mi pongo, cosciente che, come mi ha insegnato Elena Rondi-Gay des Combes a Melano molto dipende dal punto di vista.
Una fotografia può fissare i colori di chi sembra abbia trovato il proprio ruolo nell’universo. Ma quasi mai uno scatto o un intero documentario riescono a mostrare i pensieri, i sentimenti e le emozioni personali e intime.
E così un’immagine a colori può nascondere una vita interiore caratterizzata dal grigio in un’unica sfumatura. O viceversa.
Parafrasando quel che scrive Elena nel suo Dissolvenza, è però importante sapersi chiedere sempre «quali tinte dominano il mio mondo in questo momento?».
Il mondo interiore e non quello che altri, magari distratti, possono fissare sulle loro fotografie.