Dopo l’incontro con Tommaso di domenica scorsa, oggi siamo invitati a camminare al fianco di due uomini che sconsolati si dirigono da Gerusalemme verso Emmaus.
Come loro, in questi giorni di quarantena per il COVID-19 siamo tristi e pieni di malinconia. Ci mancano gli incontri con gli amici, gli abbracci, i momenti trascorsi insieme alle persone più care.
#distantimavicini cerchiamo il senso di questa esperienza e abbiamo bisogno di vicinanza e prossimità per capire cosa succede e per immaginare come potrà essere il “dopo coronavirus”.
Mi lascio guidare dalla riflessione Alessandra Colonna Romano della Comunità Kairós (leggi qui il testo completo).
L’esperienza dei discepoli di Emmaus, raccontata dal Vangelo di Luca (Lc, 24,13-35), mi ricorda quanto sia importante, per ciascuno di noi, l’ascolto e la compagnia solidale.
In questi giorni di solitudine sperimento quanto basti una telefonata, la possibilità di un incontro (rigorosamente ad almeno due metri di distanza), un commento su uno dei profili social per farmi capire l’importanza del “dialogo e la disponibilità ad accogliere ciò che brucia nel cuore dell’altro“.
Da questa consapevolezza auguro a tutti che possa iniziare un nuovo cammino verso una vita nuova.
Per chi crede è un cammino verso “quel luogo dove il dono totale di Gesù è avvenuto, in quel luogo dove la comunità nuova dei discepoli ha inizio: Gerusalemme. Da qui si riparte come persone risorte, diventando
annunciatori di quella Parola che è vita e testimoni di un luogo dove incontrarlo: «Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via
e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane»”. (dalla riflessione delle Clarisse di Sant’Agata che vi invito a leggere qui)