Le donne nella Storia del Ticino

Bella serata, ieri, per la presentazione a Lugano delle prime Tracce di donne, biografie femminili ticinesi del XIX e del XX secolo. Le prime schede biografiche sono disponibili su internet con anche le interviste a quattro protagoniste: Nini Eckert-Moretti, Franca Primavesi, Fulvia Sommaruga e Miranda Venturelli

AARDTGli interventi di Renata Raggi-Scala, presidente dell’Associazione Archivi Riuniti delle Donne Ticino (AARDT) e delle giovani storiche Manuela Maffongelli, capo progetto, Susanna Castelletti e Lisa Fornara sono state ricche di informazioni e di stimoli e, per me, anche di un’ondata di emozioni.

Ho visto una nuova generazione di giovani donne, consapevoli del loro ruolo nella nostra società, pronte a fare sentire la loro voce ed a dare voce alle molte donne che, spesso in silenzio e lottando contro l’incomprensione di uomini e donne del loro tempo, hanno lavorato e lottato: per il bene delle loro famiglie, della città e della società ed anche per il giusto riconoscimento dei diritti delle donne.

Affronto questa giornata particolare – e  l’incontro di Stabio con Natalia Ferrara Micocci, giovane candidata per le prossime elezioni per il Consiglio di Stato – ancor più convinto che dare voce alle donne e rivalutare il loro contributo alla storia e al benessere attuale del Ticino è il primo passo per capire quanto abbiamo bisogno del punto di vista e della sensibilità delle donne per ritrovare lo slancio verso il futuro.

Una convinzione ora accompagnata anche da una speranza: che le donne delle giovani generazioni e quelle che hanno alle spalle maggiori esperienze uniscano gli sforzi per rivendicare il diritto di poter dare il loro contributo diretto e… trovino anche molti uomini pronti ad aiutarle e sostenerle.

Buona domenica a tutti.

Diamo una nuova opportunità al Ticino

«La politica non è una cena di gala» [1]. Che bello! Finalmente, gli affari e gli interessi privati sono stati banditi dall’azione dei partiti.

Politici_bastaA togliere ogni illusione sul significato di questo aforisma ci ha però pensato Sergio Savoia: «la politica è un postaccio dove si danno e si ricevono attacchi spesso sgradevoli, ingiusti, perfino disumani», anche perché, aggiungo io, divisioni e tensioni sono iscritte nella storia del Ticino [2].

Non è dunque un caso se i partecipanti al sondaggio che ho proposto online mettono «la politica» al primo posto tra i temi «che dividono i ticinesi». Addirittura prima di frontalieri e stranieri.

Ho sufficiente esperienza per sapere che la politica non è solo impegno per organizzare nel migliore dei modi le istituzioni ed i servizi pubblici per poi provare a risolvere i problemi  delle persone e della società.
La democrazia impone ogni quattro anni le elezioni  ed i partiti hanno il diritto di provare a vincerle.
Non per partecipare «alla cena» (anche se non di gala), ma per creare le migliori premesse per realizzare le loro proposte.

Gli elettori hanno, da parte loro, il diritto di scegliere le persone che giudicano migliori per le qualità personali (competenza, impegno, esperienza) e per le loro proposte. Poi, per quattro anni, tutti gli eletti hanno il dovere di lavorare insieme.

Il Ticino sta vivendo un periodo difficile. Le persone sono inquiete; molte soffrono ed esprimono ansie, rancori, sentimenti di ribellione.
Però nessun partito ha il diritto di alimentare queste emozioni per provare a vincere le elezioni.

Per questo, invito tutti a dire basta con la «politica a fucilate», anche quelle sparate sui giornali, i blog, Facebook e i social network.
Uniamo le forze in un movimento trasversale ai partiti per premiare le donne e gli uomini pronti a lavorare insieme per risolvere i problemi del Ticino e dei Ticinesi.

Non sarà facile, ma senza divisioni il Ticino avrà almeno una nuova opportunità.

 

[1] Leggi qui

[2] Raffaello Ceschi; Ottocento ticinese (capitolo 2); 1986; Edizioni Dadò