Ho ancora negli occhi la delusione e il rancore degli artigiani costretti a chiudere le bancarelle del Mercatino di Lugano. Mi ricordano che per loro l’annullamento di molti mercatini ha avuto pesanti conseguenze economiche.
Fortunatamente, nel 2020, per gli artigiani ci sono state anche alcune luci.
Molte persone hanno fatto acquisti nei negozi di Dongio, Maggia e Sonogno; Internet e i mercatini virtuali (anche su Facebook) sono poi stati l’opportunità per farsi conoscere e, fortunatamente, anche per vendere.
Le due facce di questa medaglia confermano che l’Artigianato del Ticino ha bisogno di soluzioni che aiutino i consumatori a riconoscere l’autenticità e la qualità dei prodotti e gli artigiani a venderli.
Una soluzione può essere il rilancio del marchio «Artigianato del Ticino».
Un marchio voluto già nel 1987 per rendere facilmente riconoscibili i metodi di produzione, l’uso di materiali legati al territorio (legno, pietra, tessuti, paglia, metalli, ecc.) e una coerenza con la tradizione ticinese anche se aggiornata e adattata alle nuove esigenze dei clienti.
Dopo un lavoro di preparazione, con la consulenza di Alpinavera, è giunto il momento di discutere la soluzione con tutti i diretti interessati e di preparare decisioni che solo loro possono prendere.
Per questo, entro fine mese, l’Ente Regionale per lo Sviluppo del Luganese (ERSL) intende avviare un Gruppo di lavoro per esaminare con gli artigiani i documenti preparati con l’aiuto di Alpinavera e «cucirli su misura» alle esigenze comuni; preparare un piano di azione per gli anni 2022-2023 e cercare i necessari contributi finanziari; contattare tutti i potenziali interessati e, con loro, dare avvio alla nuova gestione.
Obiettivo del Gruppo di lavoro è convocare, entro metà ottobre 2021, un’assemblea di artigiani che segni l’inizio di una nuova pagina nella storia dell’«Artigianato del Ticino».
Chi fosse interessato, volesse saperne di più e magari partecipare attivamente può annunciarsi scrivendo a oleggini@arsl.ch.
Matteo Oleggini