La prima serata nella nuova Gottardo Arena è finita come speravo: una vittoria, il canto de «La Montanara», il Geyser sound e il giro di pista della squadra a salutare i tifosi. È stata la ciliegina sulla torta di una festa che mi ha regalato molte emozioni.
Un groppo alla gola arriva già prima dell’inizio, sulle note de La Montanara cantata dai «Blue Guitars» e dedicata «agli amici, agli eroi e alle migliaia di tifosi che oggi ci guardano da lassù».
In un’ideale dissolvenza, la nuova pista diventa «una capanna cosparsa di fior» e «Soreghina, la figlia del sol» sostituisce l’immagine di Filippo Lombardi che non riesce a nascondere l’emozione, un pizzico d’orgoglio e la gratitudine verso chi ha contributo a realizzare il motto della sfida per la nuova pista: «Era impossibile, quindi l’abbiamo fatto».
Inizia la partita e al secondo minuto ecco la prima rete che lega il nome di Johnny Kneubühler alla storia dell’HCAP. Nei successivi 58 minuti arriveranno altre cinque reti.
Nel mio intimo esulto più forte per le due reti segnate da Isacco e Zaccheo Dotti.
Non so se la loro possa davvero essere una leggenda così come la racconta qui Giorgio Genetelli.
Io, ricordo Isacco e Zaccheo ancora bambini.
Poi, negli anni ho seguito i loro passi sulle piste: dalle giovanili dell’Ambri, ai Rockets, fino alla vittoria della Coppa Svizzera di Zaccheo con l’Ajoie e alla sua commossa dedica al nonno Giordano che, nel 1962, l’aveva vinta con l’Ambrì.
Sono stato contento di saperli di nuovo insieme in biancoblù e di essere stato presente ad una serata anche per loro davvero speciale.